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Patti Smith - Radio Ethiopia - 1976 [Ogg 320 kbps] Hard rock Punk rock [TNTVillage]


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Torrent File Content (11 files)


Patti Smith - 1976 - Radio Ethiopia
     07 - Radio Ethiopia.ogg -
25.17 MB

     03 - Poppies.ogg -
18.62 MB

     02 - Ain't It Strange.ogg -
16.88 MB

     09 - Chicklets.ogg -
15.47 MB

     04 - Pissing In A River.ogg -
12.22 MB

     06 - Distant Fingers.ogg -
11.17 MB

     05 - Pumping (My Heart).ogg -
8.62 MB

     01 - Ask The Angels.ogg -
7.93 MB

     08 - Abyssinia.ogg -
5.15 MB

     Patti Smith - Radio Ethiopia - Back.jpg -
137.02 KB

     Patti Smith - Radio Ethiopia - Front.jpg -
102.7 KB



Description



[url] http://forum.tntvillage.scambioetico.org/index.php?showtopic=380244  [/url]
Dopo aver inaugurato la new wave newyorkese con l'immortale "Horses" (1975), Patti Smith si riconferma sublime interprete di questa prima fase del nuovo corso del rock americano, con questo "Radio Ethiopia" (1976).
Tra i critici musicali, si fa sempre un gran parlare di "attitudine punk", ma quasi nessuno ha mai parlato di "attitudine new-wave". E si dibatte ancora sul ruolo che Patti Smith abbia avuto nella storia del rock, visto che sono in molti a vedere nei suoi brani nient'altro che il classico "vecchio" rock. Io sono dell'idea che questi primi dischi della Smith, nella contesa tra rock classico e new-wave, finiscano per risultare senza tempo, eternamente attuali, brillanti di luce propria.
Tuttavia, resto dell'opinione che Patti Smith "sia" la new-wave, nello spirito, nella mentalità, nell'attitudine appunto: new-wave come consapevolezza della propria condizione storica ed esistenziale; new-wave come superamento del formalismo progressive; new-wave come recupero dell'antropocentrismo; new-wave come sconforto e rimpianto. E, infine, new-wave come abbattimento dei canoni estetici tradizionali, a partire dal canto: la voce della Smith è sgradevole. Non brutta, nè stonata: sia chiaro! Sgradevole, fastidiosa e irritante, se anzichè immergervi a cuore aperto, ci si limita ad ascoltarla distrattamente. E questo perchè l'ugola di Patti tocca tutte (ma proprio tutte) le corde scoperte del proprio animo, tutti i tasti dolenti, tutte le zone più fragili: è forse la voce più "emotiva" della storia del rock. Una voce che mette a disagio, priva com'è di freni, filtri, pudori. Con Patti Smith, la voce (e quindi l'elemento umano) torna ad essere protagonista assoluta della musica e gli strumenti ne sono il discreto supporto.
Come già in "Horses", il canzoniere del Patti Smith Group (anche qua, guidato dall'enciclopedico chitarrista Lenny Kaye) si divide tra rock'n'roll sfrontati ("Pumping") e disperati ("Ask The Angels", introdotto dai due accordi "definitivi" del rock new-wave), sterminate cavalcate di psichedelica memoria (la title-track, apoteosi di impeto free-form), accorate elegie pianistiche che richiamano al pathos dei Jefferson Airplain ("Pissing in a river", crescendo solenne culminante nei celebri versi "What About It? What About It?", degno erede dell'inarrivabile "Free Money") e flussi di coscienza, a mio avviso la parte migliore del loro repertorio, con tre vibranti lezioni di rock intimista: "Ain't It Strange", processione tormentata, derelitta, costipata, capace però nel finale di sollevarsi da terra e di schiantarsi in un urlo dei più bradi e liberatori (praticamente Kate Bjelland, con 15 anni d'anticipo); "Distant Fingers", una distesa cantilena che si trasforma in magone, senza che nemmeno ce ne accorgiamo, dimostrazione di quanto sia sottile la linea che separa la serenità dalla malinconia; "Poppies", forse l'apice dell'intero disco, abisso doorsiano in cui si sublima l'idea di un rock introverso, psicologico, dedito allo scandaglio del proprio animo.
I pensieri di Patti Smith si affollano disordinatamente; dialoga con se stessa, sghignazza, riflette; e Kaye le fa eco con scarabocchi di chitarra. Crollano tutti gli schemi, tutte le strutture, tutti gli artifici. Resta solo un vuoto da colmare, un disagio da esprimere, un dolore da sfogare.
Musica da ascoltare da soli, nella propria cameretta.

.





Tracce

1. Ask the Angels - 3:07 - (P. Smith - I. Kral)
2. Ain't It Strange - 6:35 - (P. Smith - I. Kral)
3. Poppies - 7:05 - (P. Smith - R. Sohl)
4. Pissing in a River - 4:41 - (P. Smith - I. Kral)
5. Pumping (My Heart) - 3:20 - (P. Smith - I. Kral - Jay Dee Daugherty)
6. Distant Fingers - 4:17 - (P. Smith - A. Lanier)
7. Radio Ethiopia - 10:00 - (P. Smith - L. Kaye)
8. Abyssinia - 2:10 - (P. Smith - I. Kralison - R. Sohl)


Musicisti

• Patti Smith - Voce
• Lenny Kaye - Chitarra, Basso, Voce
• Jay Dee Daugherty - Batteria, Percussioni
• Ivan Kral - Chitarra, Basso
• Richard Sohl - Tastiere, sintetizzatori



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